Pasolini, Trasumanar e organizzar

L'opera

Trasumanar e organizzar esce da Garzanti nel 1971 e comprende le poesie scritte dal 1968, molte delle quali apparse, con varianti, in rivista. Il titolo della raccolta allude a quelle che secondo Pasolini sono le due facce del misticismo: da una parte la trasumanizzazione di dantesca memoria, cioè l’ascesa spirituale, dall’altra l’organizzazione, cioè l’agire, il fare. Studiando le correnti religiose ellenistiche, Pasolini comprende infatti che all’ascesi di tipo religioso segue sempre un momento pratico, così come per San Paolo «l’altra faccia della santità, del rapimento al “terzo cielo”, fu l’organizzazione della Chiesa (SPS, p. 1462).

Quando il libro esce, prodotto di una gestazione tormentata, caratterizzata da molteplici mutamenti strutturali, la critica rimane piuttosto indifferente, tanto che lo stesso Pasolini deciderà di autorecensire il volume sulle colonne de «Il Giorno». Sebbene l’opera fosse stata suddivisa in due sezioni, Pasolini fa riferimento a una strutturazione in «tre libri». Il primo libro ha il carattere di un diario privato ed è dedicato all’amore per la poesia e a quello per Ninetto. Il secondo libro è invece un canzoniere per Maria Callas nel quale al ritratto ben costruito del personaggio si alterna il timore di Pasolini di essere ricordato come un mito borghese. Il terzo libro è invece eminentemente politico ed è incentrato sul PCI e sulla gioventù rivoluzionaria. La vittoria definitiva del capitalismo, identificato con il Male, costringe la nuova «generazione sfortunata» a rientrare nell’ordine voluto dalla borghesia, rendendo vana ogni possibilità di opposizione.